Massa Martana stemmaMassa Martana
Il borgo risorto

Comune di Massa martana
(Provincia di Perugia)
Altitudine
m. 351 s.l.m.
Abitanti
3850 (550 nel borgo)

info turismo
Chiostro di Santa Maria della Pace,
tel. 075 889371
www.comune.massamartana.pg.it
segreteria@comune.massamartana.pg.it

Lo spirito del luogo

Massa Martana stemmaIl nome
Il nome latino di Statio ad Martis- da cui Vicus Martis e Civitas Martana – designava una delle principali stazioni romane del tratto umbro della via Flaminia.

 

La storia
220 a.C., il primo insediamento è da collegare alla costruzione della via Flaminia lungo la quale, nel tratto tra Narni e Bevagna, sorge una Statio ad Martis per il ricovero e il ristoro di soldati e viaggiatori. In seguito la stazione di sosta diventa un piccolo villaggio, Vicus Martis, collocato nei pressi dell’attuale chiesa di Santa Maria in Pantano.
III-IV sec. d.C., Vicus Martis prende il nome di Civitas Martana, più o meno all’epoca delle catacombe rinvenute nei pressi del ponte romano. L’abitato viene poi devastato durante le guerre gotico-bizantine, come la vicina Carsulae, ma a differenza di questa ritrova nuova vita sotto il dominio del Ducato di Spoleto (VI sec.).
1094, il castrum, edificato forse dagli Arnolfi nel X sec., è cinto di mura da un loro discendente, Raniero di Bonaccorso, e ampliato e cinto di nuove mura nel 1277 per volere di Bentivegna, Vescovo di Todi, dei cui domini entra a far parte.
1565, Massa si affranca dal lungo dominio di Todi e si pone sotto la protezione del Collegio Cardinalizio di Roma, seguendo le sorti della chiesa sino all’Unità d’Italia.

L’antico Vicus Martis dipana la sua storia di gioie e tribolazioni che parte dalle memorie del sottosuolo, con i ruderi romani e le catacombe cristiane, e arriva a un nuovo ammasso di rovine con il terremoto del 1997. Ma alla distruzione è seguita la resurrezione, e oggi il borgo si presenta compatto dentro le vecchie mura castellane, con il suo dedalo di vicoli, le chiese romaniche, rinascimentali e barocche, e i palazzi in bella mostra carichi anch’essi della gloria dei secoli. Con questa sua nuova pelle, Massa Martana torna a farsi avvolgere dal suo manto boscoso di lecci e pini d’Aleppo, costruita com’è sui fianchi dolci dei monti Martani, quasi al centro dell’Umbria, lungo il tracciato dell’antica via Flaminia. Quando sul crudo azzurro dei monti cala la sera, e si accendono le prime lanterne nel borgo, ne deriva un senso di pace e, insieme, una domanda: a quale pagina della storia siamo arrivati?

Seriamente danneggiata dal terremoto del 1997, in una decina d’anni Massa Martana ha chiuso quel drammatico capitolo e recuperato tutto quello che serviva per ridare dignità all’antico borgo di origine romana, nato come stazione di sosta sulla via Flaminia. Posto il castrum nell’Alto Medioevo su una rupe alle falde dei Monti Martani, conserva ancora le mura castellane e interessanti edifici sia civili sia religiosi. Si accede al centro storico dalla grande porta che affaccia su piazza Umberto I, decorata nella parte destra da pietre scolpite e in quella superiore dallo stemma comunale. Oltre la porta, subito a destra si trova la chiesa di San Felice e dalla parte opposta della piazza il palazzo che ospitò Giuseppe e Anita Garibaldi nel 1849. Proseguendo per via Regina Margherita, si incontra sulla destra la chiesa di San Sebastiano e, poco distante, il cinquecentesco palazzo Comunale, che si presenta con l’aspetto del recupero di fine Ottocento e un’elegante torre campanaria. Sono tutte fuori dal centro storico le chiese più belle, come l’abbazia di San Fidenzio e Terenzio e la vicina chiesa di Santa Illuminata. La prima è di origine remota (IX-X secolo) ed opera dei monaci benedettini che la ressero fino alla fine del Trecento. Si ammira la facciata duecentesca in pietra squadrata a filari bianchi e rossi con la torre campanaria; coinvolgente è anche l’interno. Santa Illuminata con il suo contiguo monastero risale all’XI secolo e reca in facciata un portale a tutto sesto. Notevole, tanto da essere considerata uno degli edifici religiosi più antichi e suggestivi dell’intera Umbria, terra mistica, è la chiesa di Santa Maria in Pantano, di cui si ha notizia dal VII-VIII secolo.
La facciata del XIV-XV secolo pende in avanti ed è impreziosita dal rosone; l’interno a tre navate conserva urne cinerarie, iscrizioni e frammenti romani; si osservino il grande capitello corinzio, il cippo dell’altare e gli affreschi alle pareti. Restano da vedere – e non è poco – l’abbazia di San Faustino, costruita sui ruderi di un’antica villa romana, la chiesa di Santa Maria delle Grazie, di fine Quattrocento, dalla facciata rettangolare e con campanile a vela, e a qualche km il borgo di Viepri. Nella compattezza architettonica del borgo emergono l’abbazia edificata intorno al 1150 in forme romaniche ancora conservate, e parte del castello eretto nel 1380, al cui interno c’è un’altra chiesetta, quella di San Giovanni. Altri due sono i castelli, cioè i nuclei fortificati, della zona: quello di Colpetrazzo (secolo XIV-XV) e quello di Montignano in posizione panoramica. Chiude la nostra rassegna San Pietro sopra le Acque, un convento secentesco con affreschi restaurati, oggi destinato a residenza d’epoca per visitatori slow, che vogliono godere della serena bellezza del paesaggio martano.

Guarda tutti i video sulla pagina ufficiale Youtube de I Borghi più belli d’Italia.

Piaceri e Sapori

Passeggiate e trekking sui sentieri dei Monti Martani, attrezzati con aree sosta e picnic. Il percorso escursionistico dei Monti Martani può essere affrontato anche in mountain bike e a cavallo.

E’ di grande interesse naturalistico la zona in cui è inserito il borgo, alle falde dei Monti Martani. Si tratta di alture non elevate, ma che riservano seducenti sorprese. Ad esempio, l’esistenza sulle pendici dei Monti Martani di una delle più grandi foreste di lecci d’Europa. Nei boschi si incontrano altre specie quali il corbezzolo, l’erica, il pino d’Aleppo, l’olivastro, mentre i pascoli in primavera offrono mirabili fioriture, dalle primule alle genziane. I Monti Martani sono dotati di un’ottima rete escursionistica. Da non dimenticare, in conclusione, l’acqua minerale Sanfaustino, con le omonime Terme, dove si possono alleviare i pesi accumulati dall’organismo.

Catacombe,
tel. 075 8856248: un museo all’aperto, anzi sotterraneo, dove sono state individuate oltre 300 sepolture della prima era cristiana. Visita guidata su prenotazione: tel. 075 889371.

Centro di Documentazione,
loc. Santa Maria della Pace, tel. 075 889371: piccolo museo diviso in due sezioni, la prima dedicata alla civiltà agricola massetana dagli anni ’50 in poi, la seconda ai numerosi reperti archeologici provenienti dall’antica via Flaminia.

Festa di San Felice del patrono,
31 ottobre: celebrazioni religiose in onore del patrono.

Mostra Nazionale Presepi d’Italia, dal 24 dicembre al 6 gennaio.

Festa della Nociata,
26 dicembre: dolce tipicamente natalizio, è l’unico torrone umbro.

Festa di Sant’Antonio Abate,
17 gennaio: tradizionale benedizione del bestiame presso la chiesa di Santa Maria della Pace, con sfilata dei cavalli per le vie del paese.

Rievocazione della Passione di Cristo,
Venerdì Santo: rappresentazione della crocifissione con personaggi in costume.

Processione al Santuario della Madonna del Fosco,
giorno dell’Ascensione: la processione si svolge ogni due anni, preceduta dagli stendardi e dalla banda musicale, e prende avvio dalla parrocchiale di San Felice.

Giornate Massetane,
prima quindicina di agosto: la principale manifestazione del borgo dura una decina di giorni e prevede spettacoli teatrali e musicali, mostre d’arte e gastronomia. Il 10 agosto, notte di San Lorenzo, si celebra la
Notte Bianca con eventi teatrali, concerti e cene dal tramonto all’alba. Dal 2008 riprende la Magnata, cena collettiva per le vie del borgo interrotta dopo il terremoto del 1997.

Ne segnaliamo due: i picchiarelli alla massetana, sorta di fettuccine con sugo di interiora di pollo; e la palomba alla ghiotta, piccione selvatico in salmì, cucinato sempre “alla massetana”: per dire che qui lo fanno meglio di altrove.

Nata nel Caffè Ranucci ad opera di un cameriere ritornato da Copenaghen, la nociata è una sorta di torrone fatto con noci, miele, albumi d’uovo, bucce d’arancia e poi avvolto in foglie d’alloro.
Il territorio dei Monti Martani è come una cornucopia che dona di tutto: vino Doc Colli Martani, olio extra vergine d’oliva Dop Colli Martani, salsicce, prosciutti, porchetta, formaggi pecorini e tartufi.